mercoledì 9 dicembre 2015

Il “Salva Banche”: prove tecniche di Bail-in


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Nella riunione domenicale del Consiglio dei Ministri del 22 novembre 2015, il Governo ha proposto al Presidente della Repubblica l'emanazione del Decreto Legge n.183/2015 dal titolo: “Disposizioni urgenti per il settore creditizio” subito ribattezzato “Salva Banche” entrato in vigore il giorno seguente: lunedì 23 novembre 2015.
Il provvedimento legislativo detta le regole per risolvere il grave stato di insolvenza di 4 banche Italiane, che insieme rappresentano, per numero di clienti, di patrimonio dei depositi e di strumenti finanziari gestiti, l'1% dell'intero sistema creditizio Italiano: Banca Marche S.p.a, Banca Etruria e del Lazio Società Cooperativa, Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.a e Cassa di risparmio della provincia di Chieti S.p.a. I 4 enti si trovavano già in uno stato di commissariamento determinato ed amministrato dalla Banca d'Italia (le cause scatenanti saranno oggetto dei prossimi post Ndr) ed il meccanismo di risoluzione qui proposto si muove all'interno della cornice disegnata dalla direttiva Europea 2014/59/UE (Bank Recovery and Resolution Directive BRRD). Attuata nel nostro ordinamento con il Decreto Legislativo 180/2015 del 16 novembre scorso, cosiddetta del Bail-in: perché dal I gennaio 2016 gli enti creditizi e le imprese di investimento che si trovassero in uno stato di crisi finanziaria, saranno garantiti e risanati con il patrimonio detenuto dagli azionisti, dagli obbligazionisti e dai correntisti con depositi liquidi superiori a 100 mila euro. Questa nuova modalità risolutiva si contrappone a quella finora adottata di Bail-out in cui era l'intervento Pubblico a sanare le insolvenze creditizie innescate dal dilagante crollo economico iniziato alla fine del 2007.
Il nuovo meccanismo di risoluzione istituisce 4 banche ponte (Bridge-Bank o anche Good Bank), aventi la forma societaria di S.p.a, a cui sono conferite tutte le attività “buone” degli enti in liquidazione (depositi, lavoratori, crediti ecc...), con capitale interamente detenuto dal Fondo Nazionale di Risoluzione (ex art.78 D.L.vo 180/2015): Nuova Banca Marche S.p.a (capitale da 1,041 mld € ripartito in 10 mln di azioni); Nuova Banca dell'Etruria e del Lazio S.p.a (442 mln € per 10 mln di azioni); Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.a (191 mln € per 10 mln di azioni) e Nuova Cassa di Risparmio di Chieti S.p.a (141 mln € per 10 mln di azioni). La Banca d'Italia con proprio provvedimento adotterà lo Statuto di queste 4 nuove società e nominerà i componenti degli organi di amministrazione e controllo. La sede legale sarà per tutte in via Nazionale 91 ed avranno un unico presidente: Roberto Nicastro. L'attività bancaria dei 4 nuovi istituti sarà esercitata senza soluzione di continuità con quella operata dai vecchi enti posti ora in liquidazione coatta amministrativa ed avrà la finalità di costituire solide realtà bancarie pronte per l'acquisizione da parte di Istituti creditizi di più grandi dimensioni e con un maggiore volume d'affari. Tutte le perdite di esercizio accumulate nel corso delle pessime gestioni succedutesi nel corso di tutti questi anni e che hanno portato queste banche al fallimento, rappresentate principalmente da crediti sofferenti, inesigibili (No performing loans NPL), saranno invece tutti trasferiti in una sola Bad-Bank (ente privo di licenza bancaria), dopo essere stati svalutati a 1,5 mld € dagli originali 8,5 Mld, ed una volta che saranno assorbite le perdite di azioni ed obbligazioni subordinate ora azzerate, saranno ceduti ad imprese specializzate nella riscossione del credito, per retrocedere il ricavato al Fondo di Risoluzione Nazionale.
Il Decreto Legge rappresenta un primo assaggio di quello che sarà lo scenario del mercato finanziario dal prossimo I gennaio 2016 in cui gli investitori saranno chiamati a rispondere con il proprio patrimonio alla mala gestio nell'amministrazione di enti creditizi ed imprese di investimento. Per evitare di giungere al traguardo impreparati tutti i soggetti operanti nel mercato finanziario dovranno svolgere diligentemente il proprio ruolo, improntarlo ad una maggiore eticità nei comportamenti di promotori/venditori/intermediari e verso una più larga diffusione, soprattutto tra i piccoli risparmiatori, di una migliore e più profonda cultura finanziaria. In questo frangente sono 130 mila i risparmiatori coinvolti ed è allo studio la costituzione di un fondo governativo da 100 mln di euro che potrebbe ristorare i più danneggiati, ma la prossima volta questo sostegno mancherà.
La nostra associazione è attiva nel vasto settore del risparmio e possiamo verificare se l'acquisto dei titoli ora azzerati (azioni ed obbligazioni subordinate emesse dalle 4 banche in questione) sia avvenuto nel rispetto di tutte le norme previste dalla legge che obbligano gli intermediari ad un rigido dovere informativo verso il cliente. Contattaci per tutte le necessità del caso.