mercoledì 2 settembre 2015

L'imposta di soggiorno: suo gettito

Miei cari affezionati lettori, l'inizio del mese di settembre sancisce la fine ufficiale delle vacanze estive, la riapertura delle scuole ed il ritorno dell'articolo del mercoledì, pubblicato su questo pioneristico blog. L'ambizioso argomento che qui vorrei trattare (facilmente intuibile dal titolo) riguarda l'imposta o tassa di soggiorno che abbiamo pagato durante la nostra permanenza nell'amena località turistica nazionale scelta per trascorrere le ferie. La necessaria premessa nozionistica prevede una breve cronistoria sulla nascita ed applicazione del balzello. Dobbiamo riportarci con la mente al lontano (?) 2009 quando il Parlamento di allora (era l'inizio del mese di maggio), approvava la legge numero 42 di Delega al Governo in materia di Federalismo Fiscale in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione. In estrema sintesi la finalità del provvedimento, da attuare con uno o più decreti Legislativi di origine Governativa, era ed è quella di assicurare l'autonomia finanziaria di Comuni, province, città metropolitane e Regioni, attraverso la definizione di principi fondamentali di coordinamento con la finanza pubblica. L'imposta di soggiorno è istituita con l'articolo 4 del Decreto Legislativo numero 23 del 14 marzo 2011, e prevede la possibilità per i comuni capoluogo di provincia, l'unione di comuni ed i comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d'arte; di istituire, con deliberazione del consiglio, un'imposta di soggiorno per coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territorio, da applicare secondo criteri di gradualità ed in proporzione al prezzo fino ad un massimo di 5 euro per notte di soggiorno. Il gettito ricavato sarà destinato a finanziare interventi in materia di turismo. Un utile approfondimento sull'argomento è rappresentato dal Rapporto di ricerca annuale dell'Osservatorio sulla fiscalità locale promosso da Federalberghi (al quale vi rimando per tutti i dettagli del caso), che si dichiara fermamente contraria all'imposizione della tassa. Dalla pubblicazione emerge che sono 735 i comuni che applicano l'imposta di soggiorno o sbarco (per le Isole) il 9,1% del totale, mentre potenzialmente potrebbero introdurla il 17,7%, si evidenzia inoltre che la maggior parte di essi si trova nel nord-est del Paese. Il gettito complessivo derivato dalla riscossione della tassa è stato di 337,3 milioni di euro nel 2014 e secondo i bilanci di previsione approvati dagli enti locali per il 2015 si dovrebbero raccogliere 428 milioni di euro. Infine la destinazione degli introiti riscossi: finanzia genericamente attività culturali ambientali che possono tuttavia indirettamente implementare la promozione turistica del territorio.