mercoledì 18 febbraio 2015

Il prezzo dei carburanti e quello del petrolio: loro variazioni


Nell'ultimo periodo le principali testate giornalistiche economiche riferiscono della favorevole combinazione astrale di tre fattori concomitanti, che potranno rappresentare il volano definitivo per il rilancio dell' economia nel nostro Paese. Mi riferisco al Quantative Easing (l'acquisto di Titoli di Stato) intrapreso dalla Bce (Banca Centrale Europea), alla svalutazione dell'euro ed al calo del prezzo del petrolio. In particolare mi soffermerò su quest'ultimo aspetto e confronterò la variazione del prezzo di acquisto del Brent (è la qualità di petrolio estratta nei giacimenti del Mare del Nord ed il valore di scambio dei contratti per lotti minimi di 1000 barili – 1 barile = 159 litri – negoziati sul Nymex, il mercato regolamentato di riferimento, rappresenta una delle quotazioni del greggio), con i prezzi alla pompa dei carburanti derivati. Consultando il grafico pubblicato nella sezione dedicata del sito de IlSole24Ore, si osserva come il prezzo di questa qualità di greggio: il Brent, abbia registrato una progressiva ed inesorabile diminuzione: si è passati dal suo valore massimo (il dato è riferito all'ultimo anno: 2014) di 110 $/barile raggiunto verso la fine di giugno, a quello minimo di 50 $/b registrato nell'intero mese di gennaio 2015, per poi risalire verso la soglia dei 60 $ superata nell'ultima negoziazione di venerdì. Il confronto che qui vorrei proporvi (miei cari lettori) è tra il prezzo dei carburanti (considererò solo benzina e gasolio) proposto ai consumatori nelle settimane del mese di luglio 2014, quando il prezzo del crude oil superava i 100 $ ed alla pompa la benzina verde veniva venduta ad un prezzo medio nazionale di 1,760 €/litro mentre il gasolio a 1,633 €/litro; con i costi dei carburanti offerti nelle settimane dello scorso mese di gennaio 2015, quando il “barile” veniva scambiato a 50 $ ed i suoi prodotti derivati invece venduti a 1,466 €/l la verde e 1,380 €/l il gasolio. I prezzi alla pompa sono quelli rilevati dall'osservatorio del Ministero dello Sviluppo Economico. Per svolgere alcune considerazioni è necessario premettere che le tariffe del litro di benzina e di gasolio sono formati per 2/3 da imposte (iva + accise) e che il restante terzo si compone del prezzo industriale e del margine lordo a copertura di tutti i costi (trasporto, margine gestore, pubblicità ecc...), perciò a fronte di un dimezzamento del costo industriale (il taglio netto della quotazione del barile) esso non si è tradotto in un analogo e proporzionale effetto sul costo alla pompa. Se ciò invece fosse avvenuto, la verde sarebbe dovuta costare 1,277 €/litro ed il gasolio 1,190 €/litro (secondo un mio semplice e modesto calcolo matematico), perciò gli unici soggetti a beneficiare dei bassi prezzi petroliferi sono in realtà le solite compagnie del settore, che incrementano ulteriormente il loro profitto, mentre ai consumatori lanciano solo le briciole. In chiusura vi segnalo, nel caso ancora non lo conosceste, l'utile strumento del MSE (Ministero Sviluppo Economico) per trovare l'esercente con il miglior prezzo alla pompa, è l'OsservaPrezziCarburanti dove confluiscono settimanalmente i prezzi praticati alla pompa con un dettaglio territoriale comunale.