mercoledì 13 febbraio 2013

Trasparenza e libertà di recesso dai contratti telefonici (c.d. Legge Bersani)

La cosiddetta Legge Bersani (la 40 del 2007), conversione del Decreto Legge 7/2007, conteneva e contiene due serie di misure urgenti: una per la tutela dei consumatori e l'altra per lo sviluppo imprenditoriale e la promozione della concorrenza. Non vi nascondo che riproporre una breve e sommaria analisi dei succitati provvedimenti (quelli a favore dei consumatori naturalmente), nel conteso clima elettorale di queste ultime settimane precedenti il voto, possa sembrare un endorsement (come dicono gli Inglesi), ossia un'adesione alle proposte politiche dell'ex ministro, ora candidato Premier, presentate nel proprio programma elettorale, chissà forse lo è. Bando alle ciance ed alle inutili precisazioni ed introduzioni! Entriamo nel nocciolo del provvedimento: l'art.1 richiamato nel titolo. La norma introduce anche importanti misure e strumenti come: la portabilità del mutuo (la surrogazione); la concorrenza nel mercato assicurativo e maggiore trasparenza nelle tariffe aeree. Questi argomenti potranno essere oggetto di successivi approfondimenti (perciò cari lettori restate collegati). Ancora preamboli? No, finalmente eccoci: i contratti stipulati con operatori di telefonia […] devono prevedere la facoltà del contraente di recedere o di trasferire le utenze presso altro operatore senza vincoli temporali o ritardi non giustificati e senza spese non giustificate dai costi dell'operatore, infine il preavviso (per la risoluzione contrattuale) non può superare i trenta giorni. Chiaro? Prima di ciò gli operatori di telefonia chiedevano penali per l'estinzione anticipata del contratto, ora li chiamano costi per la disattivazione del servizio (si in effetti la solfa è sempre quella). Pertanto quando si decide di risolvere un contratto con un operatore di comunicazioni elettroniche, si deve mettere in conto il pagamento del contributo, che per inciso varia nell'ammontare tra i diversi soggetti. Forse le intenzioni della norma non saranno proprio state queste ed immagino che l'Autorità di vigilanza possa fare luce sull'oscuro fenomeno dei costi di disattivazione che dovrebbero essere documentati dagli Operatori, chiedendogli maggiore trasparenza..

mercoledì 6 febbraio 2013

Prodotti tipici: DOP; IGP e STG, un argine alla contraffazione alimentare


Il fenomeno della contraffazione, alterazione dei prodotti agroalimentari, rappresenta un grave danno inferto all'economia del nostro Paese. Il settore agroalimentare Italiano, terzo per importanza in Europa dopo quello Tedesco e Francese, genera un fatturato di 124 miliardi di euro ed è il secondo sistema manifatturiero, dopo il metalmeccanico, per incidenza sul Pil. Gli atti parlamentari della Commissione d'inchiesta istituita alla Camera dei Deputati, evidenziano le attività di contrasto adottate dalle forze di Polizia ed Autorità preposte. Un efficace argine al fenomeno e una maggiore garanzia di qualità e sicurezza per il consumatore, è inoltre rappresentato dalla marchiatura Europea:
Denominazione di Origine Protetta: le fasi di lavorazione del prodotto sono realizzate tutte nell'area geografica protetta e seguono i dettami del disciplinare tipo tutelato e controllato da un consorzio di tutela che riunisce i produttori;
Indicazione Geografica Protetta: almeno una fase della produzione avviene nella zona tutelata;
Specialità Tradizionale Garantita: l'alimento viene prodotto con metodi tradizionali da almeno 25 anni.
Il riconoscimento dei marchi di origine si ottiene seguendo l'iter previsto dal Regolamento Europeo ed il nostro Paese è il primo nella classifica per numero di prodotti tutelati: ne conta ben 246. In regione Lombardia se ne annoverano 26, di cui 17 Dop e 9 Igp: dai formaggi (il gorgonzola, il taleggio, il grana padano ed il parmigiano reggiano) ai salumi (la coppa di Parma, il salame Brianza, quello di Varzi ecc....) passando per gli olii e la frutta (la mela di Valtellina e la pera Mantovana).
Un semplice sguardo alla ricerca dei tre simboli raffigurati sui prodotti che preferiamo quando facciamo la spesa, può salvarci da spiacevoli mal di pancia.