mercoledì 30 gennaio 2013

Percorso famiglia: sospensione delle rate del mutuo


Lo scorso 30 luglio l'Associazione Bancaria Italiana (ABI) e 12 Associazioni di Consumatori (tra cui la nostra), hanno siglato un protocollo d'intesa articolato in 4 punti, che mira a sostenere la Famiglia nelle sue diverse fasi evolutive. L'intenzione dell'accordo sarebbe quella di proporre, in collaborazione anche con i competenti Ministeri, alcune modifiche a regolamenti attuativi delle principali disposizioni normative in materia. Sarebbero così liberate  (stimano i bancari) risorse per 2,5 miliardi di euro senza gravare sul bilancio pubblico. Il primo punto (fase di costituzione della famiglia) prevede il sostegno per l'acquisto della casa, nel secondo (la realizzazione del progetto famiglia) si propone l'incremento del fondo per i nuovi nati, nella terza fase, il sostegno è per il percorso di studi dei pargoli e nella quarta, quella della maturità, si sostiene il nucleo familiare per fare fronte alla crisi economica in atto. Il percorso è l'evoluzione della prima rogatoria (era la fine del 2009 e si chiamava Piano famiglie) per la sospensione di 1anno delle rate di mutuo. Le condizioni per chiedere tale sospensiva sono: l'ammontare del capitale finanziato massimo 150 mila euro; reddito imponibile fino a 40 mila euro e mutazione del bilancio economico familiare causato dalla perdita di lavoro, cassa integrazione od eventi più traumatici come infortunio o peggio ancora morte. Fino alla primavera 2012, le Banche aderenti all'accordo, hanno sospeso il mutuo a 70 mila famiglie, liberando liquidità per ciascuna di esse pari a circa 7 mila euro l'anno. Queste le linee guida sommariamente illustrate (maggiori dettagli sul sito ABI: Accordo Tecnico a cui vi rimando) che ciascuna banca aderente (consulta l'elenco aggiornato) potrà liberamente implementare. Il termine di presentazione delle istanze di sospensione è il prossimo 31 gennaio, ma ci auguriamo che la scadenza dell'utile protocollo venga ulteriormente prorogata, considerato che la ripresa economica sembra lenta e forse ancora lontana.

mercoledì 23 gennaio 2013

I contratti-tipo: trasparenza e fiducia per i consumatori


Questo post prende spunto dall'articolo pubblicato sul numero di dicembre 2012 del quaderno informativo: “Mercato & Consumatori” edito dal Ministero dello Sviluppo Economico, in cui si descrive la campagna informativa avviata sul tema. I contratti-tipo sono tipologie contrattuali standard, redatte sotto forma di moduli ed elaborate dalle Camere di Commercio in collaborazione con le maggiori associazioni di categoria e la super visione del mondo accademico. Esse rappresentano un efficace strumento di trasparenza e reciproca fiducia tra gli attori del mercato, ovvero tra: artigiani; commercianti; professionisti e consumatori. I contratti-tipo, garantiscono i consumatori dalla vessatorietà delle clausole in essi contenute e se ne annoverano per le diverse tipologie negoziali: dal commercio al turismo e dai servizi alla casa. La campagna informativa è stata indirizzata anche verso i soggetti imprenditoriali, che possono trovare nell'adozione dei contratti-tipo, un utile strumento semplificativo del proprio business oltre che rappresentare un positivo elemento distintivo per la conquista di clienti. L'informazione diffusa poi tra i consumatori dovrebbe contribuire a selezionare e preferire gli attori che adottano questa best-practise e a traghettare tutti gli operatori verso un approdo/mercato più sicuro, sereno, trasparente e davvero concorrenziale. Maggiori approfondimenti e i moduli da scaricare li trovate sul sito dedicato: contratti-tipo.camcom.it/

mercoledì 16 gennaio 2013

Prezzi al consumo: la variazione annuale – 2012


L'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), compresi i tabacchi, registra un aumento annuale (2012/2011) del 3% (fonte Istat).
Premessa metodologica: cos'è il NIC? Com'è calcolato? Quest'indice misura l'inflazione dell'intero sistema economico, ovvero considera l'intera comunità come un'unica grande famiglia di consumatori. La rilevazione dei prezzi avviene su base territoriale ed è riferita ad un paniere di prodotti (che viene aggiornato annualmente) raggruppati in 12 divisioni (dagli alimentari ai trasporti, passando per i costi energetici e i servizi sanitari ecc...). Nel 2012 i dati sono stati registrati in 42.000 unità di rilevazione sparse su 84 comuni di cui 20 capoluoghi di Regione e 64 di Provincia. Ciascuna divisione di prodotti ha poi un suo specifico peso ponderato sull'intero indice: gli alimentari e le bevande analcoliche pesano per il 16%; i trasporti incidono al 15% e l'abitazione, l'acqua, l'elettricità ed i combustibili per il 10,5%. La ponderazione è anche territoriale, per esempio la Lombardia pesa per il 19% nel calcolo dell'indice. La base di riferimento è il 2010, in cui l'indice stesso assume valore 100. Variazioni annuali precedenti partono dalla base 100 del 1995.
Aumenti dell'indice nelle principali divisioni di spesa. L'incremento maggiore, nell'anno appena concluso, si registra sui prezzi dei beni energetici (elettricità, combustibili: benzina e gasolio anche per riscaldamento), che incide per circa il 10% sul paniere della spesa e raggiunge il valore di 7,1%. I trasporti invece, che pesano il 15%, rilevano un aumento del NIC pari a 6,5%. Sui tabacchi e gli alcolici, che contano per il 3% dell'intero paniere, si arriva a quota 5,9%. L'unica divisione in diminuzione è quella delle Comunicazioni (-1,5%) incidenti però solo il 2,5% sulla spesa familiare. Infine gli alimentari registrano un incremento del 2,5%.
Conclusioni. La fotografia statistica sommariamente scattata (per un maggiore dettaglio Vi rimando al sito Istat: navigherete nel meraviglioso mare dei dati statistici), conferma il costante aumento tendenziale dei prezzi al consumo, che si perpetua ormai da alcuni anni. Purtroppo la sua entità, supera quella delle retribuzioni che aumentano invece di circa la metà (1,5%) e questa discrepanza determina il generale impoverimento registrato dalla maggioranza dei consumatori. Mi sarebbe piaciuto analizzare i dati disaggregati per Provincia, ma sono assenti, tuttavia ci sono altri elementi utili per inquadrare statisticamente il nostro territorio, considerando anche ulteriori aspetti oltre a quelli consumeristici. Commenti, spunti e suggerimenti sono graditi.

mercoledì 9 gennaio 2013

Saldi: breve guida per un acquisto consapevole


La disciplina regolante il commercio è demandata alle Regioni, che normano il settore seguendo le linee guida dettate dal D.Lgs 114/1998. Qui in Lombardia il riferimento normativo è la Legge Regionale 6 del 2 febbraio 2010, in particolare l’articolo 115 regola le vendite di fine stagione. Esse riguardano prodotti non alimentari di carattere stagionale o articoli di moda che se non venduti entro un certo periodo sono suscettibili di forte deprezzamento. Questo genere di vendite può essere svolto solo in due periodi dell’anno, per la durata massima di 60 giorni, secondo calendari deliberati dalla Giunta Regionale. L’ultima delibera sul tema, la IX/2667 del 14 dicembre 2011, stabilisce che i saldi invernali inizino il primo giorno feriale antecedente l’Epifania di ogni anno (coincidente quest’anno con sabato 5 gennaio), e che quelli estivi partano invece dal primo sabato di luglio (il prossimo 6). È l’articolo 117 della Legge Regionale ad indicare le forme d’informazione e tutela del consumatore: tra cui l’obbligatoria esposizione, da parte del commerciante, del prezzo normale di vendita iniziale del bene, accompagnata dall’indicazione della percentuale di sconto o ribasso applicata (è facoltà del venditore indicare anche il prezzo ribassato). Garanzia e recesso: ricordiamo brevemente questi due importanti diritti estratti dal Codice del Consumo (il D.Lgs 206/2005). La garanzia è quella forma di tutela prevista per il consumatore che dovesse incappare nell’acquisto di un bene difettoso. In questo caso il venditore sarà obbligato a rimediare con la riparazione del bene o provvedere alla sua sostituzione, finanche alla restituzione del denaro pagato. È bene ricordare infine che il recesso, ovvero la possibilità di restituire il bene, si applichi solo nel caso in cui gli acquisti avvengano a distanza, ovvero fuori dai locali commerciali, e  che si possa esercitare entro 10 giorni lavorativi dalla data di acquisto. Siamo a disposizione per ogni eventualità e non esitate a contattarci.

mercoledì 2 gennaio 2013

La Fondiaria Assicurazioni S.p.a: storia di un investimento


La storia che voglio raccontarvi ha per protagonista un piccolo azionista, che dopo una vita di lavoro, arriva all'agognato traguardo della pensione e con i soldi della liquidazione decide d'investire nel mercato finanziario. È ben consigliato dall'intermediario: la Banca nel Suo caso, il profilo di rischio è basso: è un investitore prudente, il portafoglio è diversificato. Esso è inizialmente composto (siamo alla fine del 1999: il 29 dicembre): da quote di fondi e titoli azionari tra cui 500 azioni ordinarie de La Fondiaria Assicurazioni Spa (Isin: IT0001062097), acquistate per un controvalore di 2.575 euro (l'azione era quotata a 5,15 €). La compagnia assicurativa è ben valutata: ha una lunga storia: è nata a Firenze nel 1879 da capitalisti Francesi e Liguri/Toscani. Nei primi tre anni, la società stacca dividendi lordi (ante imposte) per 0,077 euro/az; 0,103 €/az e 0,105 €/az, fino a giugno 2002 i dividendi netti raggiungono la somma totale di 125,02 €, fin'allora l'acquisto aveva reso mediamente l'1,62% l'anno. Alla fine di ottobre 2002, l'assemblea straordinaria degli azionisti, deliberava l'emissione di warrant:“La Fondiaria 2002/2008” in ragione di 1 per ogni 10 azioni possedute. I warrant sono strumenti che permettono l'acquisto a scadenza di un titolo finanziario al prezzo fissato, in questo caso, esercitabili dal 30 giugno 2005 al 30 giugno 2008, consentivano l'acquisto di 1 azione per ogni warrant presentato al prezzo di 0,52 euro. Anche gli warrant hanno un loro segmento di mercato regolamentato. La fusione FonSai. A dicembre dello stesso anno (2002) veniva annunciata la fusione per incorporazione in Sai (Società Assicuratrice Industriale) S.p.a e fissato il prezzo di concambio: 1 azione Sai ordinaria (dal valore nominale di 1 euro) ogni 4 azioni La Fondiaria (da 0,52 nominale), la nuova società assumerà la denominazione Fondiaria-Sai S.p.a e così anche i titoli azionari di nuova emissione saranno poi quotati sul mercato dal 2 gennaio 2003.